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Giorgio Olivari – Diavolo

Chiaro crine che si sfila fra le dita. Sei l’amore di un’intera esistenza. Amore che prima di essere mio è stato amore di qualcun altro. Ora che le mie mani, diramazioni secche rese insensibili dall’età e dalla malattia, non sanno più accarezzarti, mi sento svuotato. Sicuramente migliore di quando ignoravo la tua esistenza. Gli anni trascorsi con te mi hanno trasformato. In principio credevo di possederti, di poterti giostrare fra le dita, prenderti e lasciarti a mio piacimento. Ero convinto di esserti padrone, ignaro della mia condizione di schiavo. Ho provato, in passato, ad allontanarti, riuscendovi solo per pochi giorni. Ho tentato di rimpiazzarti concedendomi infatuazioni nei miei viaggi attorno al mondo. A ogni rientro eri lì ad aspettarmi. Quante volte ti ho spiato di nascosto, il capo inclinato da un lato. Mi scopro ancora, a volte, incantato, la testa piegata anche quando non sei con me.Solo ora capisco che mi sopravviverai e che, prima o poi, un altro ti accarezzerà al posto
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Silvia Accorrà – Questo pomeriggio la guerra

Abbiamo avuto tutti, nessuno escluso, la stessa reazione isterica di non credere che fosse scoppiata una guerra. Pur correndo a rintanarci, a nasconderci, a scappare in parti della città ignote ai più (e per questo, pensavamo, anche ai nostri inseguitori), non riuscivamo a renderci conto che stesse davvero accadendo. C’erano delle persone e delle macchine che stavano cercando di farci la festa, di massacrarci, di annichilirci tutti. Avevo un appuntamento nel pomeriggio con una persona: l’appuntamento di una realtà urbana lavorativa e ordinaria, una consumazione al bar più adatto alla chiacchierata di lavoro – tutto è stato spazzato via dagli incendi, dalle bombe, dalle mine e dal crollo di intere facciate di edifici. A un certo punto ho pensato a mia sorella, che nel pomeriggio avrebbe dovuto andare a prendere i bambini a scuola, ed era stata fermata o uccisa dall’esplosione della strada su cui camminava. E così come noi tutti quanti, fermati per sempre nelle loro intenzioni, in u

L'Efrit del Nord

L’Efrit del Nord Vidi gli occhi di mia madre, i suoi grandi occhi scuri come grandi e scure sono le grotte degli animali selvatici, dove si sentono protetti i loro cuccioli. E sentii la sua mano che stringeva la mia con forza, fino a farmi quasi male, ma non dissi nulla perché credevo che lei non se ne fosse accorta . Volevo solo essere sicura di essere lì accanto a lei. Sentii le voci degli uomini e delle donne che camminavano come fantasmi sulla spiaggia, trascinando i piedi, guardando verso il Nord. Sempre verso il Nord. E il sole sembrava un pezzo d'oro, di color arancio, color fuoco, affondando lentamente nella riga del mare. Si sentiva l'odore del fuoco lontano, dell’acqua e del sale. Ma le ombre non lasciavano vedere l'altro fianco del mondo. Il mondo magico dove gli Efrits uscivano dalle bottiglie e gli uomini non dovevano lottare ogni giorno contro una vita vestita sempre con abito scuro. Aspettammo che il mare divorasse il sole completamente. E poi andammo lentam